lunedì 15 luglio 2013

Sala d'attesa: dal medico

Ieri sono andata dal Medico di base.

Avete mai notato cosa fanno e come si comportano le persone nella sala d'attesa, mentre aspettano il loro turno?

Analizziamo la fauna che solitamente pullula la sala d'attesa.

Quelli con l'ansia da numerino.
Innanzitutto a prenderlo sto numerino. Dal mio medico, che è uno studio associato, ci sono più medici e occorre prendere il numerino, per evitare code e litigi vari. Già per prendere il numero, diventano rossi in faccia e guardano con occhi imploranti qualcuno che gli dica che razzo di numero devono prendere. Una volta conquistato il suddetto, se lo rigirano in mano guardandolo ogni secondo, finchè quando arriva quasi il loro turno, non capiscono più che numero hanno, perchè il numerino è sudato, tutto tritato e non più leggibile.

Le cleptomani della rivista.
La signora che si guarda in giro come se stesse per svaligiare una banca, che appena pensa di non essere vista, con scatto di mano strappa la pagina di una rivista che proprio non se ne puo' fare a meno, e forsennatamente se la mette in borsa. E c'è quella di non mi faccio i cazzi miei, che la guarda con fare riprovevole scuotendo la testa come a dire: ma che figura di mer...coledì.

I maratoneti
Iniziano a scalpitare ed allenare i piedi già da seduti, un po' di stretching per iniziare, tamburellano i piedi e cambiano posizione più volte. Poi con scatto da centometristi si alzano in piedi e iniziano ad andare avanti e indietro nel corridoio, più e più volte, guardando sempre l'ora, ogni tre secondi, scalpitando.

Quelli del pic nic fuori porta.
Iniziano a tirare fuori i viveri, sapendo che sarà una lunga attesa. Merendine, patatine, pizzette, panini imbottiti, bibite, sbriciolando ovunque, lasciando tracce oleose di focaccia (nella versione genovese) sulla maniglia delle porte, guardandoti come a dire: hai visto quanto avanti sono, e tu che non ti sei portata nulla, ciccia!

Gli intercettatori .
Si piazzano nella sedia più vicina alla porta del medico e assumono una posizione allungata stile giraffa cercando di carpire tutto cio' che succede all'interno della sala medica, cambiando espressione a seconda di quello che pensano di capire, che solitamente è sempre sbagliato.

Gli untori.
Appena arrivano te ne accorgi da una tosse stizzosa, e perchè appena si siedono tutti saltano più in là di almeno tre sedie. Poi iniziano a tirare fuori i fazzoletti, ne fanno fuori almeno due pacchetti, e via di nuovo con la tosse, sputacchi, rantolii; il tutto culmina con tosse e sternuti e un principio di soffocamento. Dopo quello resta solo l'ambulanza.

I batterio fobici.
Arrivano e puliscono la sedia. Dopo ogni cosa che toccano passano alla boccetta di amuchina lavamani, via con il primo giro e anche un secondo, cercando di ammazzare tutti i batteri possibili e immaginari, a volte provano anche con l'acqua Santa.

La squadra di calcio.
Non escono mai da soli, ma portano sempre tutta la famiglia, dal nonno al bebè di pochi mesi, mentre il nonno scruta con occhi porcini la badante dell'est, i pargoletti mettono a fuoco e fiamme tutta la sala d'attesa, solitamente hanno dietro anche quei gagliardi giochini elettronici che emettono suoni simpatici ogni secondo, facendo sclerare chiunque sia lì dentro. Il medico psichiatra della porta accanto inizia già a fregarsi le mani, con occhi a forma di euroni.

Gli empatici.
Di solito sono lì per la stessa cosa che hai tu. Salvo poi, quando sei entrato, essere lì per la stessa cosa di chi era dietro di te. Gli Zelig della malattia. Istrionici, possono passare in rassegna tante malattie quante sono le persone nella sala d'attesa, compreso il chiuaua con il vestitino della national football league.

I multitasking.
Quelli che guai ad uscire fuori casa senza cellulare, pc portatile, tablet, Kindle, i-pad, chiavetta e cuffiette. Li riconosci perchè entrano parlando al cellulare a voce alta ed escono dalla dottoressa continuando a parlare al cellulare a voce alta, passando con nonchalance dall'argomento commercialista, a butta la pasta sto arrivando a casa, fino a Tizio si strombazza Tazia facendo le corna a Tizia. Peccato che Tizia sia seduta nella sala d'attesa e appena saputo di essere cornuta, esca imbufalita alla ricerca di Tizio e Tazia, che verranno picchiati a suon di mestolate in testa. Nell'attesa devi stare molto attendo a non farti immortalare, perchè potresti ritrovarti su Facebook nella ridente posa di "ho fatto tana ad una caccola". Al prossimo giro stai sotto tu.

Quelli della Sindrome da Dottor House.
Si improvvisano medici, se solo fai lo sbaglio di raccontarti, trovano l'origine, la causa, la diagnosi e la cura, ai tuoi acciacchi. Potrebbe anche succedere di vederli tirare fuori anche una cartella clinica da pizzarti direttamente sul collo. E questi vanno felicemente in coppia con:

Gabriella Seconda 2.0
Categoria della quale fa parte anche la sottoscritta  (e non potrebbe essere altrimenti, visto il titolo del blog). Amano raccontarsi e raccontare il motivo per il quale sono lì, in una sorta di autoanalisi Freudiana, se incontrano quelli con la sindrome da dottor House, è la fine, solitamente dimenticano anche il motivo per il quale sono venuti e se ne vanno via allegramente insieme, curati e psicoanalizzati.

E c'è una cosa che non cambierà mai, che penso sia il leitmotiv di tante sale d'attesa mediche: le riviste. Quelle non cambiano mai. Nel senso che non cambiano proprio. Son quasi tutte gossippare e femminili. C'è sempre questo tavolino in mezzo, solitamente è il Lack dell'Ikea nero, con queste riviste scolorite e consunte vecchie di mesi se non addirittura di anni.

Il consiglio per resistere all'attesa e convivere amabilmente con la fauna che pullula le sale d'attesa, resta sempre lo stesso: un buon libro e armarsi di Santa pazienza.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Manco io..da quando ho la cana parlo pure negli studi medici
Sono impossibile lo so
;)
Lazorra

GabriellaSecondaDuePuntoZero ha detto...

heheheheh :))))
Un bacione a te e alla cana :))